Archivio tag: creatività

Creativity is OVER?

L’epoca digitale ha ucciso la creatività? Per molti mesi ed anni del mio lavoro ho sentito questo vuoto incredibile: il mouse e le tavoletta grafica avevano sostituito le matite e i colori, con il loro odore e le loro impugnature dolorose. Io che avevo scelto di studiare architettura perchè passavo i pomeriggi a schizzare con la matita qualsiasi cosa e che ho disegnato moltissimo a mano durante i miei studi: si viveva ancora una situazione transitoria.

Per diverso tempo ho pensato che la grande colpevole fosse la Suite Adobe, invece mi sbagliavo, alla grande… Il vero colpevole è: il processo creativo finalizzato all’imitazione di un servizio omologato, ero caduta addormentata in una trappola e sono stati i bambini a svegliarmi, un altro apporto di grande valore sulla mia esperienza nel mondo infanzia.

Quando ci viene fornito un modello, sappiamo che dobbiamo arrivare a quel punto, può essere un esercizio utilissimo, tantissime discipline sono basate sul raggiungimento di un obiettivo configurato, ma la creatività? SI SPEGNE!

Quando si viene lasciati liberi di crearsi una propria tipologia, una nostra strada, è allora che si aziona un processo straordinario nella nostra mente, che va aldilà di qualsiasi strumento. I bambini hanno questo approccio spontaneo a molte le cose, perchè non sono saturi di immagini precostituite, come invece accade a noi adulti. La sfida vera è mantenere questo sguardo infantile verso il mondo e non finire nella gabbia dell’omologazione, in poche parole:

@dimmidicasa project

@dimmidicasa project

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I miei top 5 del Bauhaus.

Il Bauhaus fa ancora discutere molto, forse perché la sua attività è stata temporaneamente interrotta dalla dittatura nazista, così non ha potuto svolgere la normale attività di una scuola d’arte, probabilmente perché è stilisticamente padre di tutti gli oggetti di nostro uso quotidiano, Apple world incluso.

E’ sempre stato un mio punto fermo, non tanto per lo stile, che non era neppure esercizio stilistico, ma perché si accompagnava orgogliosamente ad una ricerca di significato che anche nelle produzioni di oggi dovrebbe essere guida.

L’immaginario collettivo e i programmi scolastici cadono spesso sugli stessi oggetti di questa corrente, mentre io ho lasciato il cuore su alcuni oggetti meno noti.

Inizio con l’orologio da cucina di Max Bill, uno degli oggetti più osservati e scontati della quotidianità: grafica espilicita, funzione immediata, timer per le cotture:  ha dato origine ad una generazione intera di oggetti di questo tipo.

Max Bill Junghans Kitchen Wall Clock - Pinterest

Max Bill Junghans Kitchen Wall Clock – Pinterest

Proseguiamo rimanendo nella vita familiare con i Bauspiele -mattoncini- di Alma Siedhoff-Buscher, hanno fatto nascere un intero mondo di giochi per ‘costruzione’ prima ancora che esistessero i colossi, un’intuizione a dir poco geniale.

Bauhaus Bauspiele - Pinterest

Bauhaus Bauspiele – Pinterest

Bauhaus Bauspiele - Pinterest

Bauhaus Bauspiele – Pinterest

Poi la mini lampada da tavolo di Marianne Brandt & Hin Bredendieck, chi di voi non ha avuto un oggetto simile sulla scrivania da studente?

Marianne Brandt. Kandem Bedside Table Lamp. Credits MoMa

Marianne Brandt. Kandem Bedside Table Lamp. Credits MoMa

Il carattere grafico di Josef Albers, con pochissimi segni essenziali riproduce l’intero alfabeto, cancellando qualsiasi arzigogolo da corsivo. E’ il precursore dello script.

Joseph Albers Lettering. Pinterest

Joseph Albers Lettering – Pinterest

Le grafiche coloratissime della linea di tessili, dopo quasi cento anni sono ancora così attuali.

Atelier textile du Bauhaus - Archiver

Atelier textile du Bauhaus – Archiver

Per concludere, la caffettiera di Marianne Brand, poco conosciuta, ma dalle linee fluentissime che verranno poi riprese da innumerevoli produzioni nei decenni successivi.

Marianne Brandt coffe pot - Pinterest

Marianne Brandt coffe pot – Pinterest

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Chi è l’ ATELIERISTA

E’ una figura professionale diffusa dalle scuole reggiane fino a sistemi educativi internazionali: io lo definisco il designer d’infanzia per eccellenza.  E’ il progettista dell’atelier: predispone gli ambienti, i processi creativi ed i linguaggi espressivi necessari ad una conoscenza della realtà attiva, grazie a provate nozioni su materiali e tecniche, motivo per cui si tratta di un professionista di ambito artistico, che collabora con l’insegnante mettendo a disposizione il suo sapere, la sua sensibilità ed il suo background.

Nasce negli anni ’60, per merito del pedagogista padre del Reggio Approach, Loris Malaguzzi, come presenza operativa di supporto alla visione del bambino competente, cioè capace di ‘fare’, di apprendere tramite un vero e proprio lavoro, non solo di ascolto, un essere umano capace di esprimersi in tutti i suoi ’99 linguaggi’.

E’ interessante osservare che contestualmente un’altra parte d’Italia vede Bruno Munari sviluppare una grande ricerca sui processi creativi nelle scuole per mettere in luce i linguaggi e le potenzialità del bambino, incentivare il pensiero lungo, creativo, impegnato e divergente.

Che si possa parlare anche qui di creatività italiana?

artwork of my child, unconsciously case of study for my atelier

artwork of my child, unconsciously case of study for my atelier

 

 

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Vi presento Borgoplantarum.

Ecco un evento che non vedevo l’ora di segnalarvi: sulle mie amate colline Matildiche in provincia di Reggio Emilia, in un borgo del seicento immerso in un paesaggio rurale incontaminato,                    il 16-17 settembre, si terrà Borgoplantarum: un punto di ritrovo per vivaisti d’eccezione, collezionisti di piante rare ed ornamentali frutti antichi, succulente, cartacee e carnivore e molte altre rarità del mondo vegetale.

Un vero e proprio Giardino dell’ Eden curato da Carlo Contesso in cui sarà possibile partecipare ad un contest fotografico con indicazioni da parte di illustratori ed esperti per catturare il perfetto scatto naturale, il tutto prenderà vita nuovamente sui social.

Non mancherà un apposito programma di attività per i bambini dai 4 ai 12 anni, chiaramente dal tema ‘illustrazioni e mondo botanico’ .

Qui vi anticipo qualche immagine del borgo che ho potuto fotografare ed allestire personalmente in esclusiva per una vera colazione da contessa…

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Sculture di carta

La paperart è sempre stata per me una delle forme più classiche di atelier, ma allo stesso tempo una delle più creative. Sempre con sguardo curioso in questo senso ho catturato in questo ambito due creazioni inconsuete con lo stesso filo conduttore: la prima ha origine da un atelier per l’infanzia in ambito Reggio Approach: il mare di barche colorate in mostra presso il centro Loris Malaguzzi.

esposizione di atelier Centro Loris Malaguzzi

esposizione di atelier Centro Loris Malaguzzi

Poi una serie di sculture dalla bellezza impressionante, di Marianne Eriksen Scott Hansen, in mostra presso Mincraft 2017 a Milano, artista proveniente dal mondo della moda, che ha trovato nella carta un mondo di colori e di malleabilità di gran lunga più elaborabile di qualsiasi atro materiale. In entrambi i casi il riusltato è sorprendente, e mutevole nel tempo… infatti queste opere mi ricordano le bellezze floreali, sarà la loro stessa fibra vegetale o la fragilità del materiale oppure la varietà dei colori, ma trasmettono lo stesso fascino!

MARIANNEsculpture

Mindcraft 2017 – scultura di Marianne Eriksen Scott Hansen

 

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