Il Bauhaus fa ancora discutere molto, forse perché la sua attività è stata temporaneamente interrotta dalla dittatura nazista, così non ha potuto svolgere la normale attività di una scuola d’arte, probabilmente perché è stilisticamente padre di tutti gli oggetti di nostro uso quotidiano, Apple world incluso.
E’ sempre stato un mio punto fermo, non tanto per lo stile, che non era neppure esercizio stilistico, ma perché si accompagnava orgogliosamente ad una ricerca di significato che anche nelle produzioni di oggi dovrebbe essere guida.
L’immaginario collettivo e i programmi scolastici cadono spesso sugli stessi oggetti di questa corrente, mentre io ho lasciato il cuore su alcuni oggetti meno noti.
Inizio con l’orologio da cucina di Max Bill, uno degli oggetti più osservati e scontati della quotidianità: grafica espilicita, funzione immediata, timer per le cotture: ha dato origine ad una generazione intera di oggetti di questo tipo.
Proseguiamo rimanendo nella vita familiare con i Bauspiele -mattoncini- di Alma Siedhoff-Buscher, hanno fatto nascere un intero mondo di giochi per ‘costruzione’ prima ancora che esistessero i colossi, un’intuizione a dir poco geniale.
Poi la mini lampada da tavolo di Marianne Brandt & Hin Bredendieck, chi di voi non ha avuto un oggetto simile sulla scrivania da studente?
Il carattere grafico di Josef Albers, con pochissimi segni essenziali riproduce l’intero alfabeto, cancellando qualsiasi arzigogolo da corsivo. E’ il precursore dello script.
Le grafiche coloratissime della linea di tessili, dopo quasi cento anni sono ancora così attuali.
Per concludere, la caffettiera di Marianne Brand, poco conosciuta, ma dalle linee fluentissime che verranno poi riprese da innumerevoli produzioni nei decenni successivi.
Bellissimo articolo!!
Grazie mille !:-*